Secondo il report del Ministero della Giustizia, Roma è la città italiana con il più alto numero di ingressi nei centri di prima accoglienza.
Inoltre gli istituti penali per minorenni registrano il triste record italiano di 61,4 presenze giornaliere (in media). Nel 2016, sono stati 1609 i minori a carico degli uffici di servizio sociale.
Questo drammatico fenomeno, si sostanzia poi in un alto rischio di abbandono scolastico e di coinvolgimento in ambienti delinquenziali.
Risulta dunque fondamentale fornire a questi ragazzi uno sbocco diverso, una nuova possibilità di vita, aiutandoli a reinserirsi nel tessuto sociale attraverso l’attività sportiva.
Due volte a settimana, i ragazzi vengono coinvolti nell’attività motoria sul campo: lunedì, dalle 19:30 alle 21:30, e Mercoledì, dalle 19:00 alle 21:00. Ogni allenamento è supervisionato da un allenatore, cui si affianca anche un educatore e si svolge presso l’Istituto “Centro Borgo Amigò”.
L’obiettivo primario di questo progetto è l’educazione dei ragazzi: le attività svolte, infatti, non si sostanziano necessariamente nel calcio, bensì vengono programmate congiuntamente da allenatore ed educatore, sulla base delle carenze educative del gruppo e dei singoli.
Dei 14 beneficiari del progetto, 13 sono ospiti della casa famiglia Borgo Amigó. In particolare 7 provengono dall’Albania, 2 dal Gambia, 1 dalla Bolivia e hanno una età compresa fra i 17 e i 21 anni.
Si tratta dunque prevalentemente di stranieri non accompagnati dai propri genitori in Italia e, in alcuni casi, provenienti dall’area penale. Questi ultimi, che partecipano al progetto beneficiando di una pena alternativa rispetto alla detenzione, hanno alle spalle delle famiglie in condizioni economiche svantaggiate e un tessuto sociale deviante.
I ragazzi sono in generale tutti provenienti da situazioni economiche precarie, in quanto studenti senza risorse proprie. La maggiore difficoltà riguarda i minori stranieri, che non hanno figure di riferimento adulte.
L’associazione ITCA FAP Onlus da 20 anni opera nel sociale con la “Casa Famiglia Borgo Amigó”, che accoglie ragazzi sia italiani che stranieri, sottoposti a provvedimenti civili o penali
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Basta un piccolo gesto per contribuire alla realizzazione di progetti a sostegno dei ragazzi più fragili ed emarginati.