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Abdul: una continua sorpresa! | Sport for All

“Il difensore roccioso”

Oggi parliamo di Abdelfatah, per gli amici Abdul. Il suo affezionatissimo super tutor Matteo, che lo segue dal 2009, lo definisce un “difensore roccioso”. Ha 14 anni e gioca a calcio dalla quarta elementare, sempre con un tutor di All Inclusive Sport, progetto supportato da Fondazione Milan e che rientra nel programma Sport for All.

All’inizio ha giocato insieme ai suoi coetanei, oggi con una squadra di più piccoli. Il calcio lo appassiona da sempre! Il papà Mohamed racconta: “negli anni il calcio gli ha regalato tanto nello sviluppo motorio, maggiore autonomia e l’emozione di contare i giorni che mancano ad ogni allenamento”.

Anche il suo allenatore, Luca, sul campo del Guastalla Calcio ci racconta di Abdul: “Da Abdul ho imparato a non giudicare senza prima aver cercato di capire, perché le cose spesso non sono come sembrano. E che tutti sbagliamo e dobbiamo continuare a chiedere scusa. Lui lo fa ogni volta: quando si arrabbia perché un compagno di squadra non capisce l’involontarietà di un suo fallo, dopo ogni momento di collera o frustrazione. Purtroppo, oggi la volontà di scusarsi e riappacificarsi è una qualità rara e Abdul ce la mostra in ogni occasione”

“La più grande sorpresa” continua l’allenatore “sono i suoi miglioramenti nella coordinazione: cinque anni fa abbiamo conosciuto un bambino che aveva difficoltà a camminare e a correre, oggi abbiamo in squadra un ragazzo che fa gli slalom con il pallone fra i piedi e tira in porta. Siamo tutti stupefatti dai suoi risultati, certamente agevolati dalla presenza costante di un tutor dedicato. L’unico rammarico è non poterlo convocare alle partite ufficiali, a causa della differenza di età. Però farlo allenare con i più piccoli ci ha regalato un’altra sorpresa: sebbene Abdul sia sempre stato un elemento positivo in campo, la sua irruenza (spesso involontaria) scatenava qualche incomprensione con i coetanei, mentre oggi con i più piccoli Abdul mostra le premure e le attenzioni di un fratello maggiore. È il primo a consolare chi si fa male, il primo a far sentire accolto chi entra in campo: i compagni di squadra ricambiano le attenzioni che ricevono con un affetto sincero verso di lui e con maggiore comprensione quando i tacchetti arrivano a tutta velocità sul polpaccio, invece che sul pallone.”

“Lo sport per lui è condivisione” aggiunge il suo tutor Dino “una gran voglia di venire al campo, la gioia di stare con gli amici, con me e Matteo, con gli allenatori che hanno di lui una grande considerazione. Questo ha portato grandi miglioramenti anche nella comunicazione di e con Abdul: abbiamo imparato a capirci, e la comprensione reciproca è un risultato che andrà al di là del campo da calcio”.

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