Dopo quasi 7 anni si è conclusa la collaborazione che ha visto Fondazione Milan e UNHCR fianco a fianco, a sostegno dei giovani rifugiati siriani in Libano
Il legame che ha unito Fondazione Milan e UNHCR è iniziato nel 2010, col fine di sostenere le popolazioni colpite da una terribile alluvione in Pakistan. I fondi raccolti da Fondazione Milan hanno permesso l’acquisto di 180 tende resistenti alle intemperie per altrettante famiglie, 375 kit di sopravvivenza composti da coperte, materassi, set da cucina, pentole e sapone e di un kit di primo soccorso per 2.400 famiglie. Tale collaborazione si è poi focalizzata su progetti legati all’istruzione e all’integrazione. Garantendo, nel 2012, un anno di lezioni in aule nuove e pulite in Libano per rifugiati siriani, con materiali didattici adeguati e insegnanti formati e, nel biennio 2014-2015, la possibilità di praticare diversi sport per oltre 2mila bambini siriani e libanesi grazie al progetto Sports for Peace, che ha reso 12 impianti sportivi accessibili e sicuri, ha formato 84 istruttori e tecnici e coinvolto 200 genitori in attività inclusive e di formazione sulla risoluzione non violenta dei conflitti.
L’impegno della Public Charity rossonera, insieme all’Agenzia ONU per i Rifugiati, nel 2016 ha garantito a 90 bambini siriani il diritto allo studio, aiutandoli a tornare sui banchi di scuola: attualmente infatti, su 480.000 bambini e ragazzi siriani, la metà non ha accesso ad alcun tipo di istruzione.
Federico Clementi, Direttore della Raccolta Fondi di UNHCR Italia ha così commentato la lunga partnership con la Public Charity rossonera: “Ancora una volta vogliamo esprimere il nostro più caloroso ringraziamento a Fondazione Milan, da anni ormai uno dei nostri principali donatori. Il sostegno di Fondazione Milan in quasi 7 anni ha avuto un impatto concreto e positivo sulla vita di migliaia di bambini rifugiati. In particolare, ai bambini siriani rifugiati in Libano è stata restituita la possibilità di fare sport, di socializzare e di studiare, tutti fattori essenziali per superare il trauma della guerra e costruire un avvenire dignitoso e di pace”.