Alberto è un bambino di 8 anni, solare, pieno di energie, riesce a correre così veloce che tutti noi ci chiediamo come fa.
La prima volta che abbiamo incontrato Alberto non riusciva a stare seduto per più di qualche secondo: ha anche cercato di arrampicarsi sulle tende dell’ufficio mentre la mamma cercava di raccontare qualcosa di lui.
Con il tempo, abbiamo imparato a conoscere Alberto, anche se già dai primi incontri abbiamo subito pensato che quell’energia fosse sprecata negli ambienti chiusi.
Alberto frequentava la scuola (adesso non più per colpa della pandemia…), poi stava a casa con la mamma e i suoi fratelli, riusciva, per qualche ora a settimana, ad andare al Centro a fare terapia.
Fermandoci a pensare, vediamo come queste attività sono per la maggior parte del tempo svolte tra le mura. Un sacrificio.
Ma Alberto non si ferma, corre, corre velocissimo anche in casa, a scuola, al Centro rincorso dalla mamma, dalla nonna, dagli insegnanti e dalle terapiste. Corre senza sosta fino a stancarsi, senza un obiettivo, senza riuscire a finire un gioco, senza un senso, tanto che a fine corsa appare nervoso e giù di morale.
Dagli incontri emerge la voglia di Alberto di giocare con altri bambini ma anche la paura della mamma di lasciarlo in un ambiente in cui potrebbe farsi del male, potrebbe scappare, essere preso in giro dagli altri bambini.
È così che Alberto inizia il progetto “Sport for All”, inizia a correre in un vero campo da calcio e non più a casa da solo intorno al tavolo della cucina. Inizia ad avere un obiettivo per lui importantissimo: “fare goal!”
Ha una super mamma che si occupa di lui e di altri due fratelli, con molte difficoltà riesce a prendersi cura di loro e a sopperire ai bisogni educativi speciali di Alberto.
La pandemia ha messo la famiglia a dura prova, i contatti con il centro che gestisce il progetto “Sport for All” sono stati frequenti, abbiamo confortato la mamma nei periodi difficili quando non riusciva più a seguire i minori costretti a casa, abbiamo fatto con loro videochiamate in cui si poteva vedere Alberto continuare a correre; li abbiamo confortati tramite un telefono, gli abbiamo indicato le strategie educative utilizzate durante gli allenamenti per impiegare le energie di Alberto in modo positivo anche a casa.
Dopo essere ritornato sul campo da calcio per un breve periodo, Alberto è tornato di nuovo “in panchina”, in attesa di poter correre liberamente, inseguendo la palla per fare goal con i suoi compagni di squadra.
Sostieni anche tu Alberto! Con una donazione puoi fargli fare sport ed estendere il progetto Sport for All e promuovere l’accesso e il sostegno della pratica sportiva in contesti inclusivi per i ragazzi diversamente abili.
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