Questa è la storia di Giulia, una bambina di 9 anni che si è appassionata al calcio grazie al suo papà.
Grazie al progetto Sport for Change “Fare Rete!”, nato dalla collaborazione tra Fondazione Milan e l’Associazione Sportiva Cometa nella città di Como, Giulia può imparare a giocare a calcio coi suoi compagni di squadra. Sport for Change è un programma sportivo e educativo che Fondazione Milan realizza da tempo, attraverso il quale vuole dare il proprio contributo alla lotta alla povertà educativa, offrendo l’opportunità di praticare sport a bambini e ragazzi che possono essere soggetti ad esclusione sociale e discriminazione.Le lezioni, dopo una serie di “stop&go”, continuano a proseguire nel rispetto delle norme anti-covid , attuate con molta premura dall’Associazione Cometa.
Gli allenamenti, infatti, sono ripresi in presenza ma con il dovuto distanziamento durante gli esercizi. Il campo è stato diviso in piste e ognuno dei giocatori ne ha una propria all’interno della quale deve svolgere gli esercizi individualmente. Il focus dell’allenamento è basato sulla tecnica e coordinazione con la palla, per esempio palleggi individuali e tiri in porta. Alcuni esercizi sono di mescolamento, evitando però sempre i contatti fisici.
Giulia sta sperimentando vari ruoli all’interno della squadra ma ha già le idee ben chiare. Il ruolo del portiere non è la sua prima scelta perché Giulia tiene molto ai suoi occhiali, le piace avere un ruolo attivo sul campo, come dimostra il suo carattere: energico ed esuberante.
Le manca molto non poter giocare e vincere le “partitelle” di fine allenamento, oltre a non poter giocare contro le altre squadre del campionato.
Inoltre, la cosa che le è mancata di più nel periodo di lockdown, sono stati gli incontri coi compagni e con gli educatori, che sono sempre stati pronti a sostenere lei e i suoi amici sia nel loro allenamento settimanale che anche nei momenti fuori dal campo.
Dall’esperienza di Giulia si evince ancora una volta che quel che sta più a cuore ai ragazzi è l’opportunità di poter condividere qualcosa insieme ai loro coetanei.
Questo ci ricorda, ancora una volta quanto lo sport sia occasione educativa per comprendere a fondo il vero valore della condivisione e dello stare insieme agli altri, che, di questi, è un valore che non possiamo dare per scontato.
N.B. Le attività descritte erano a suo tempo permesse secondo le indicazioni in materia sanitaria da parte delle istituzioni.ENTRA IN SQUADRA!
Basta un piccolo gesto per contribuire alla realizzazione di progetti a sostegno dei ragazzi più fragili ed emarginati.